BIPO

Lo statuto dell’Associazione

La BIPO guarda alla biblio/poesiaterapia attraverso lo sguardo della comunità scientifica internazionale di ogni disciplina, in grado di portare ricerche ed esperienze. Siamo tutti consapevoli che l’applicazione della biblio/poesiaterapia comporti una buona parte di empirismo. Ma proprio per questo, laddove è possibile, è indispensabile affidarsi a ricercatori in grado di fornire nuovi elementi, e a linee guida da affiancare all’irrinunciabile creatività che ogni facilitatore biblioterapista deve mettere in campo per portare i libri nel proprio lavoro. E quando si parla di facilitatore e facilitatrici di biblio/poesiaterapia si intende sia le figure professionali mediche, sia quelle umanistiche: psicologi, psichiatri, tecnici della riabilitazione psichiatrica, infermieri, educatori, insegnanti, bibliotecari, counselor, filosofi, coacher, operatori socio-sanitari e culturali. 

Biblio/poesiaterapia clinica, di competenza medica, e biblio/poesiaterapia dello sviluppo, utilizzata dai professionisti di area umanistica, questa è una suddivisione che tiene conto dei confini professionali che, necessariamente, devono essere rispettati, ma la questione non si esaurisce così. Se i facilitatori e le facilitatrici di area umanistica devono essere in grado di restare all’interno del proprio ambito, psichiatri e psicologi possono avere l’esigenza di inserire nella propria “cassetta degli attrezzi” strumenti letterari e tecnici da portare nella propria professione. Devono anche supervisionare professionisti “laici” nell’utilizzo della biblio/poesiaterapia di ambito clinico. Inoltre, i facilitatori di biblio/poesiaterapia umanisti inviano a loro, laddove osservano di non poter agire in autonomia, utenti che hanno bisogno di un percorso diverso da quello che inizialmente avevano proposto. Se vi sono ambiti operativi ben differenti, esiste anche una componente condivisa. Ed è per questo che la BIPO nasce a opera di quattro professionisti diversi: Marco Dalla Valle, esperto di biblioterapia, consulente e formatore, Dome Bulfaro, docente e poetaterapeuta, Irene Monge, filosofa della narrazione, e Paolo Maria Manzalini  medico, psicologo clinico, psicoterapeuta.

La biblio/poesiaterapia compone un panorama professionale composito che richiede rigore, ma anche flessibilità. Soprattutto, necessita di unire e non dividere. Infatti, la prima sfida dell’associazione sarà quella di proporsi per capire se la comunità, composta dai numerosi facilitatori di biblio/poesiaterapia, avrà veramente l’intenzione di riunirsi. Tale sfida richiederà notevole impegno nel creare un servizio di supervisione a quanti sono in difficoltà nello sviluppare nuovi progetti o si trovano a dover gestire situazioni critiche.