Codice etico
Il Codice etico è alla base dell’associazione BIPO. Scritto guardando ai principali codici etici delle associazioni di biblioterapia nel mondo, contiene i principi essenziali che devono ispirare e guidare tutti gli iscritti. Entrare a far parte della BIPO significa abbracciarlo nella sua interezza, consapevoli che il mancato rispetto di uno o più principi implica la necessaria esclusione dall’associazione. Infatti, oltre a eventuali infrazioni di tipo legale, anche le violazioni delle norme del codice etico comportano l’inevitabile apertura di un contenzioso.
Il Codice etico è un punto di riferimento anche per gli utenti, che possono pretendere che i facilitatori dell’associazione lo rispettino. In caso contrario, BIPO fornisce loro gli strumenti per segnalarlo e far sì che questi ideali vengano rispettati.
Leggi il Codice Etico di BIPO e lasciati ispirare
PREAMBOLO
Il presente Codice Etico della BIPO, per la prima volta in Italia, intende:
1- Fare da guida delineando regole di condotta etico-professionali quotidiane e instillando nei facilitatori – siano essi biblio/poetaterapisti o biblio/poetaterapeuti – di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo (anche detta evolutiva) operanti in Italia, nei loro utenti e nella Comunità tutta della BIPO.
2- Conferire uniformità nella condotta e nella qualità di esercizio della professione di biblio/poetaterapeuta.
3- Fare da bussola per il giudizio di questioni etiche quando si presume che la condotta dei biblio/poetaterapeuti si discosti dalle norme espresse o implicite nel presente codice.
Le attività di biblioterapia e poesiaterapia dei professionisti aderenti alla BIPO utilizzano il termine terapia abbinato a questa professione, in senso figurato come sostegno alla crescita e allo sviluppo della consapevolezza individuale, di gruppo o di comunità, e non nel suo significato scientifico di “studio e attuazione concreta di quanto necessario per portare alla guarigione delle malattie attraverso mezzi e metodi idonei”.
II presente Codice Etico, al fine di favorire nei membri della BIPO la coltivazione della più alta qualità relazionale e professionale, indica gli standard di comportamento da tenersi con:
1- Gli utenti
2- I colleghi biblio/poetaterapeuti
3- I datori di lavoro
4- Gli altri professionisti
5- La comunità
6- Il Paese in cui si opera
I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO cercano sempre di essere in ascolto di sé e dell’altro e di utilizzare un linguaggio non violento.
I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO considerano parte del proprio campo di competenza, non solo le persone oggetto delle proprie pratiche ma anche il nostro Pianeta, considerando l’individuo mai avulso dal contesto in cui vive.
I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO sono tenuti a conoscere questo codice e l’ignoranza delle sue regole non li esime da relative responsabilità e sanzioni disciplinari. I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO devono avere conoscenza dei diritti e degli obblighi dei terapeuti/terapisti, dei medici, degli psicologi, degli psicoterapeuti e/o altre figure professionali riconosciute afferenti ai medesimi campi applicativi, così come dei requisiti e dei diritti legali per svolgere la pratica privata in relazione alle altre figure professionali regolamentate.
Il presente Codice Etico pone al centro della propria deontologia il benessere dell’utente (chiunque egli sia o esso sia), in quanto Principio fulcro dell’operato professionale della biblio/poesiaterapia, da cui prendono vita gli altri quattro Principi di Professionalità.
1– Principio Fulcro: il Benessere dell’utente
2– Principio di Competenza
3– Principio Maieutico del Benessere
4– Principio di Relazione professionale
5– Principio di Riservatezza
1– Principio Fulcro: il Benessere del Cliente/Paziente
Il Benessere dell’utente è questo il fulcro di tutte le azioni dei facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO.
Per questa ragione i facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO cercano sempre di creare un setting e un contesto lavorativo che siano i più favorevoli possibili al Benessere dell’utente. Riconoscono e rispettano i diritti umani e la dignità di ognuno, comportandosi in modo da promuovere pari opportunità per tutti. Apprezzano e riconoscono la varietà dell’esperienza e della cultura umana. Favoriscono l’autodeterminazione e l’autonomia di coloro che si avvalgono delle loro prestazioni; rispettano opinioni e credenze astenendosi dall’imporre il proprio sistema di valori; non operano discriminazioni di alcun tipo: né in base all’estrazione sociale, né al sesso di appartenenza, né all’orientamento sessuale, né all’etnia, né alla religione, né alla nazionalità, né alla disabilità, né allo stato socio-economico, ecc… In tutti i casi in cui le esigenze di destinatario e committente dell’intervento di sostegno non coincidano, si tutelano prioritariamente quelle del destinatario dell’intervento.
I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO, infatti, rispettano l’integrità delle persone e proteggono il benessere individuale e dei gruppi con cui lavorano. Per questa ragione non forzano mai i comportamenti degli utenti, gli studenti o i partecipanti alla ricerca: questi devono esercitare serenamente la libertà di scelta nel partecipare o meno a qualsiasi attività proposta. In particolare gli utenti sono invitati a condividere quanto proposto, nella misura, nei tempi e nei modi che essi sentono per sé più consoni.
I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO cercano sempre di aggiornarsi, rinnovando e sviluppando la propria formazione e i propri standard professionali, al fine di migliorare e potenziare sempre più la qualità del servizio offerto per il benessere dell’utente.
I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO, cercano di operare con la massima attenzione, lasciando il più possibile i propri problemi e i conflitti personali fuori dall’orario e dai luoghi in cui svolgono la loro professione. Di conseguenza, si astengono dall’intraprendere qualsiasi attività in cui i loro problemi personali o i loro eventuali conflitti interpersonali, possano portare a prestazioni inadeguate o danneggiare un utente, un collega, uno studente o una partecipante alla ricerca.
I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO sono chiamati per questo a essere sempre consapevoli dei propri bisogni e della posizione potenzialmente influente che hanno nei confronti di persone come utenti, studenti e subordinati. Non sfruttano per fini personali la fiducia e la dipendenza di tali persone. I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO compiono ogni sforzo per evitare relazioni duali che potrebbero compromettere il loro giudizio professionale o aumentare il rischio di sfruttamento. Tali relazioni duali includono e non si limitano ai seguenti esempi in caso di: ricerca, trattamento o facilitazione con dipendenti, studenti, supervisionati, amici intimi o parenti. L’intimità sessuale con i propri utenti non è etica.
I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO stipulano contratti finanziari anticipati e trasparenti che devono essere chiaramente compresi dai loro utenti, circa la natura (ad es. terapeutici, formativi, di supervisione, crescita personale) e i costi del lavoro in relazione alle qualifiche e alle esperienze del professionista.
I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO garantiscono che i diritti e le responsabilità siano concordate e che gli accordi siano rispettosi della dignità di entrambe le parti.
I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO interrompono un rapporto clinico o di consulenza quando è ragionevolmente chiaro che il consumatore non ne stia beneficiando. Sono premurosi nell’offrire di aiutare gli utenti a individuare fonti di assistenza alternative.
I membri della comunità biblio/poetica della BIPO non usano le loro relazioni professionali con gli utenti o i tirocinanti per promuovere il proprio interesse, in contrasto con l’interesse dell’utente o del tirocinante. Non è etico incoraggiare un utente o un tirocinante a partecipare all’impresa commerciale del professionista, all’impresa commerciale di un parente o amico, una campagna sociale o politica o una misura di advocacy. Non è etico fornire una terapia a un tirocinante, tranne che in una situazione di emergenza.
Un mentore/supervisore deve prestare particolare attenzione nel richiedere a un tirocinante di acquistare un libro scritto dal mentore/supervisore; tale requisito è etico se il libro è nell’elenco di lettura della Guida alla formazione, altrimenti potrebbe non essere etico e il mentore/supervisore è incoraggiato a consultare il Comitato etico della BIPO.
2 – Principio di Competenza
Il mantenimento di elevati standard di competenza è una responsabilità condivisa da tutti i facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo nell’interesse del pubblico e della professione nel suo insieme. I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO riconoscono i confini della loro competenza e i limiti delle loro tecniche. Forniscono solo servizi che gli competono e utilizzano solo tecniche per le quali sono qualificati per formazione ed esperienza. La biblio/poesiaterapia è materia viva: dunque in quelle aree in cui non esistono ancora standard riconosciuti, i facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO prendono tutte le precauzioni necessarie per proteggere il Benessere dei loro utenti.
I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO si assumono la responsabilità delle conseguenze delle loro azioni e fanno ogni sforzo per garantire che i loro servizi siano utilizzati in modo appropriato. In quanto professionisti, i facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo, sanno di avere una seria responsabilità sociale perché le loro raccomandazioni e azioni professionali possono alterare la vita degli altri.
In quanto ricercatori, i facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo, pianificano la loro ricerca in modo da ridurre al minimo la possibilità che i loro risultati siano fuorvianti.
I membri della comunità biblio/poetica, laddove in vigore, rispettano pienamente tutte le leggi e i regolamenti applicabili riguardanti la loro pratica. Non consentono che la loro pratica venga utilizzata per scopi che danneggerebbero il pubblico. I tutor/supervisori devono eseguire una valutazione approfondita del background e dell’idoneità dei loro tirocinanti, al fine di garantire che il tirocinante non preveda di abusare delle abilità di biblio/poesiaterapia per fuorviare o danneggiare il pubblico.
I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO descrivono accuratamente la loro competenza, istruzione, formazione ed esperienza. Riconoscono le differenze tra le persone, come quelle associate all’età, al genere e all’orientamento sessuale, alle origini socio-economiche ed etniche e, laddove necessario, acquisiscono la formazione, l’esperienza o consulenza, per garantire un servizio competente o un’adeguata ricerca relativa a tali persone.
Anche i membri della comunità biblio/poetica rappresentano accuratamente e obiettivamente le loro qualifiche. Non si definiscono biblio/poetaterapeuti o biblio/poetaterapisti se le leggi o i regolamenti statali applicabili vietano loro di farlo. Non consentono a tirocinanti, dipendenti o supervisionati di definirsi terapeuti o terapisti se la legge o i regolamenti statali applicabili lo vietano. Non consentono a tirocinanti, dipendenti o supervisionati di ritenersi competenti per svolgere servizi professionali al di là della loro formazione, livello di esperienza e competenza.
I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO si assumono la responsabilità della propria salute e del proprio Benessere al fine di praticare in sicurezza. Ciò include il monitoraggio regolare e la riflessione costante sul proprio lavoro.
3 – Principio Maieutico del Benessere
In qualità di educatori, i facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO, riconoscono il loro obbligo di aiutare gli altri ad acquisire conoscenze e abilità.
In qualità di educatori, i facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO, riconoscono il loro obbligo di mettere in relazione i programmi di formazione con il presente Codice Etico.
I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO salvaguardano la loro autonomia nella scelta dei metodi e delle tecniche nonché la loro utilizzazione, e sono perciò responsabili della loro applicazione, dell’uso dei risultati, delle valutazioni e delle interpretazioni che ne ricavano.
I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO sono consapevoli che qualsiasi azione o pratica non professionale o che non persegue il Benessere dell’utente ha una ricaduta pubblica negativa anche per i colleghi, l’ente a cui sono associati e la biblio/poesiaterapia stessa. Parimenti l’azione o pratica professionale altamente efficaci hanno invece una ricaduta molto positiva.
Nel pubblicare resoconti del loro lavoro, non sopprimono mai i dati contrari alla conferma e riconoscono l’esistenza di ipotesi e spiegazioni alternative delle loro scoperte. Si prendono il merito solo del lavoro che hanno effettivamente svolto. I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO chiariscono in anticipo con tutte le persone e le agenzie appropriate, le aspettative per la condivisione e l’utilizzo dei dati di ricerca.
I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO in dichiarazioni pubbliche, annunci di servizi, attività pubblicitarie e promozionali, descrivono con precisione e obiettività le loro qualifiche professionali, affiliazioni e funzioni, nonché quelle delle istituzioni o organizzazioni con le quali possono essere associati. Annunci o pubblicità di gruppi di crescita personale, workshop e altre attività professionali dovrebbero fornire una chiara dichiarazione di intenti e una chiara descrizione delle esperienze da fornire. Nelle dichiarazioni pubbliche dell’attività non mistificano, né esagerano, né banalizzano. Non avallano con il proprio titolo attività altrui ingannevoli.
4 – Principio di Relazione professionale
I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO agiscono tenendo conto dei bisogni, delle competenze speciali e degli obblighi dei loro colleghi nella propria e in altre professioni. Rispettano le prerogative e gli obblighi delle istituzioni o organizzazioni con cui questi altri colleghi sono associati.
I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO, nel condurre ricerche in istituzioni o organizzazioni, ottengono l’autorizzazione appropriata per condurre tale ricerca. Sono consapevoli dei loro obblighi nei confronti dei futuri ricercatori e garantiscono che le istituzioni ospitanti ricevano informazioni adeguate sulla ricerca e un adeguato riconoscimento dei loro contributi.
Il credito di pubblicazione è assegnato a coloro che hanno contribuito a una pubblicazione in proporzione ai loro contributi professionali.
Quando i facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo vengono a conoscenza di una violazione etica da parte di un altro facilitatore di biblio/poesiaterapia, cercano informalmente di risolvere il problema portando il comportamento all’attenzione di questo collega. Se la cattiva condotta è di natura minore e/o sembra essere dovuta a mancanza di sensibilità, conoscenza o esperienza, una tale soluzione informale è solitamente appropriata. Tali correttivi informali sono fatti con sensibilità a tutti i diritti alla riservatezza coinvolti. Se la violazione non sembra suscettibile di soluzione informale, o è di natura più grave, i facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo la portano all’attenzione del Comitato Etico della BIPO
La fornitura e la gestione servizi agli utenti si svolgerà in conformità con le leggi del Paese in cui risiedono.
5– Principio di Riservatezza
I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO, salve alcune eccezioni, sono strettamente tenuti a rispettare il segreto professionale.
I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO hanno l’obbligo primario di rispettare la riservatezza delle informazioni ottenute dalle persone nel corso del loro lavoro come terapeuti. Rivelano tali informazioni ad altri solo con il consenso della persona o del rappresentante legale delle persone, tranne in quelle circostanze insolite in cui non farlo comporterebbe un evidente pericolo per la persona o per altri/o da una persona. I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo informano i loro utenti dei limiti legali di riservatezza.
Le informazioni ottenute in relazioni cliniche o di consulenza possono essere discusse in scritti, conferenze o altri forum pubblici solo se si ottiene un adeguato consenso preventivo o se c’è un’adeguata mascheratura di tutte le informazioni identificative.
I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO provvedono a mantenere la riservatezza nell’archiviazione e nell’eliminazione dei documenti.
I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO, quando lavorano con minori o altre persone che non sono in grado di dare un consenso volontario e informato, si prendono cura di proteggere al meglio gli interessi di queste persone.
I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO non rivelano notizie, fatti o informazioni appresi durante il rapporto professionale; si astengono dal rendere testimonianza su tali notizie, fatti, informazioni, a meno che non sussista il valido e dimostrabile consenso dell’utente o di chi su di lui esercita autorità tutoria.
I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO, nel caso di obbligo di relazione, limitano allo stretto necessario il riferimento di quanto appreso in ragione del proprio rapporto professionale, al fine di non recare danno all’utente, valutando con prudenza le ipotesi nelle quali la propria doverosa riservatezza comporta grave pericolo per la vita e la salute psicofisica di terzi.
I facilitatori di biblio/poesiaterapia clinica e/o dello sviluppo della BIPO, nei casi di collaborazione con altri professionisti parimenti tenuti al segreto professionale, condividono soltanto le informazioni strettamente necessarie in rapporto al tipo di collaborazione; redigono relazioni tecniche, ancorché indirizzate a un pubblico di professionisti tenuti al segreto professionale, in modo da salvaguardare l’anonimato degli utenti.
Nel caso di sedute di biblio/poesiaterapia di gruppo, il biblio/poetaterapeuta è tenuto ad invitare con fermezza i propri utenti ad attenersi al segreto relativamente alla composizione del gruppo e a quanto avviene nelle sedute stesse.