
Associazione Italiana
Biblioterapia Poesiaterapia

28 ottobre 2023: è nata la BIPO
Oggi è nata l’Associazione italiana di BIblioterapia e POesiaterapia (BIPO). Paolo Maria Manzalini, uno dei soci fondatori, a conclusione del congresso fondativo, ha terminato i lavori raccogliendo le parole chiave della giornata in questa poesia che sintetizza l’essenza della comunità che andrà a costituirsi.

Le attività dell’Associazione BIPO

Formazione
BIPO mira a creare percorsi di formazione continua e di specializzazione per i professionisti.

Conferenze
Per dialogare con gli esperti di settore, BIPO organizza conferenze con associazioni e università.

Meeting
Il confronto sta alla base dell’attività della BIPO che promuove meeting di vario genere.

Gruppi di lavoro
Per rendere più efficace la formazione, BIPO organizza gruppi di lavoro e promozione professionale.
Hi
Cos’é BIPO

BIPO – Associazione Italiana di Biblioterapia e Poesiaterapia nasce da un’esigenza irrinunciabile: tutelare la disciplina e gli utenti che la utilizzano e rappresentare coloro che ne fanno uno strumento professionale. A oggi non esiste un’abilitazione per praticare la “biblio/poesiaterapia” (da questo momento, come accade nei paesi anglosassoni, questo termine sta per indicare entrambe, appartenenti alla stessa disciplina pur essendo due tecniche differenti), non è stato creato un codice ATECO che ne tuteli la professionalità, non è stato condiviso un codice etico per garantire standard elevati, non è richiesto un piano di formazione continua, non sono stati ipotizzati servizi di supervisione, non è stata creata una comunità in grado di condividere scoperte e difficoltà. Tutto questo e altro ancora sono gli strumenti necessari ai professionisti che praticano a diversi livelli la biblio/poesiaterapia e che possiamo osservare nel modello più alto: l’International Federation for Biblio/Poetry Therapy (IFBPT), ente statunitense che si occupa del training e re-training dei professionisti medici e non medici. Dopo di loro, che hanno cominciato a lavorare negli anni Sessanta del Novecento, anche in Europa, a partire dagli anni Settanta, è nata la stessa esigenza. Ungheria e Finlandia hanno seguito l’esempio, costituendo associazioni in grado di affiancare la formazione di base e diventare intermediari a favore dei propri iscritti e degli utenti. Esattamente come per la formazione, dove nulla può essere inventato, anche la tutela della biblioterapia come disciplina deve seguire l’esempio di chi, prima di noi, si è cimentato in questo campo.
Approccio terapeutico

Biblioterapia
La biblioterapia, o libroterapia è un metodo di terapia che ricorre alla lettura di libri. Attraverso l’analisi del soggetto, il terapista è in grado di selezionare un libro adatto alla situazione dell’utente. L’individuo, leggendo, attua un processo di introspezione che lo induce a riflettere su di sé. Possiamo definire la biblioterapia (o Shared Reading) come l’utilizzo creativo e ragionato dei libri per raggiungere obiettivi grazie alla guida o l’intervento di un facilitatore. Biblioterapia è un termine che è stato coniato nel 1916 da Samuel Crothers: non è quindi una disciplina nuova. Oggi viene chiamata anche Shared Reading per evitare la concezione “sanitaria” che la parola originaria fraintende. Biblioterapia e Shared Reading sono quindi concetti sovrapponibili. Se ne sente parlare poco e in modo approssimativo di questo strumento. E invece è un metodo a disposizione di diversi professionisti medici e non medici. Ognuno di loro può avvalersi di ogni tipo di materiale narrativo per raggiungere i propri obiettivi professionali.

Poesiaterapia
La poesia può rappresentare per ognuno di noi la via privilegiata per conquistare una maggiore consapevolezza di sé e un maggiore stato di benessere, in tutte le fasi della nostra crescita e della nostra vita. Da quando siamo ancora nel grembo fino alla morte, la poesia ci può venire in aiuto e possiamo impiegarla come forma di auto-aiuto. Negli Stati Uniti il suo riconoscimento formale è arrivato nel 1969, con la fondazione dell’APT: Association of Poetry Therapy. In Italia ancora non si parla di una figura riconosciuta a livello professionale ma di singole esperienze alcune delle quali molto significative. E’ una disciplina che usa le liriche per stare meglio e che si applica in diversi contesti, da quello dello sviluppo infantile all’ospedalizzazione.



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La BIPO ha a cuore il corretto utilizzo delle parole, anche nelle differenziazioni di genere, nel rispetto di ognuno. Nei testi del sito però non vengono utilizzati simboli includenti, come ad esempio la schwa, ma solo per una maggiore scorrevolezza del testo. Esattamente come accade nei libri. La BIPO sostiene fortemente il diritto a riconoscersi in qualsiasi genere e a essere riconosciuti in esso, rigettando ogni tipo di discriminazione.